
Esposizione solare e protezione nei bambini:
benefici, rischi e strategie sicure
Trascorrere del tempo all’aria aperta e sotto il sole è essenziale per la salute fisica e mentale, soprattutto nei bambini. La luce solare stimola la produzione di vitamina D, favorisce lo sviluppo delle difese cutanee e contribuisce al benessere generale. Tuttavia, perché questi vantaggi si manifestino senza effetti nocivi, l’esposizione deve essere graduale e ragionata, rispettando il proprio fototipo e le caratteristiche climatiche del luogo.
Un’esposizione eccessiva o improvvisa ai raggi ultravioletti (UV) può provocare danni importanti. Le ustioni solari nell’infanzia e nell’adolescenza sono considerate un fattore predisponente per l’insorgenza del melanoma in età adulta. Il rischio aumenta soprattutto quando i bambini vengono lasciati al sole nelle ore più calde o senza adeguata protezione. Oltre al rischio oncologico, gli UV provocano fotoinvecchiamento, alterazioni della pelle e stress ossidativo.
La prima forma di prevenzione consiste nell’evitare l’esposizione diretta non necessaria. Cercare l’ombra, limitare il tempo sotto il sole nelle ore centrali della giornata e utilizzare abbigliamento protettivo sono strategie semplici ed estremamente efficaci. Indumenti larghi, a trama fitta e preferibilmente di colore scuro riducono sensibilmente la quantità di radiazioni che raggiungono la pelle. Un metodo utile per verificare la protezione di un tessuto è metterlo in controluce: se si riesce a vedere attraverso, significa che anche gli UV lo attraversano.
Esistono inoltre in commercio capi tecnici con filtri anti-UV integrati, adatti anche per il bagno. A queste protezioni si affiancano cappelli a tesa larga e occhiali da sole con certificazione UV, fondamentali per proteggere le aree più esposte e delicate.
I filtri solari rappresentano una possibile misura aggiuntiva, ma non vanno considerati come la protezione principale. La loro efficacia dipende da condizioni molto rigorose: devono essere applicati prima dell’esposizione, in quantità adeguata (circa 2 mg per cm² di pelle) e riapplicati ogni due ore, soprattutto dopo bagno, sudorazione o sfregamento con sabbia o indumenti. Tuttavia, numerosi studi mostrano che nella pratica quotidiana vengono stesi in quantità insufficienti e in modo irregolare, lasciando alcune aree scoperte. Inoltre, l’uso della crema solare può generare una falsa sensazione di sicurezza che spinge a rimanere al sole più a lungo, aumentando paradossalmente il rischio di danni.
Le ricerche disponibili non dimostrano in modo certo che l’uso regolare di filtri UV riduca effettivamente l’incidenza dei tumori cutanei. Al contrario, emergono preoccupazioni legate alla sicurezza di alcune sostanze contenute in queste formulazioni. I filtri chimici, in particolare, possono essere assorbiti attraverso la pelle e raggiungere il circolo sanguigno. Alcuni, come oxybenzone e octinoxate, sono sospettati di avere effetti interferenti endocrini, con possibili rischi soprattutto per donne in gravidanza, neonati e adolescenti. Anche alcuni filtri fisici in forma di nanoparticelle, pur considerati più sicuri, potrebbero penetrare tra le microlesioni cutanee e avere effetti sistemici ancora poco studiati. A ciò si aggiunge il problema ambientale: molti ingredienti dei solari sono tossici per gli ecosistemi marini, danneggiano i coralli e alterano l’equilibrio delle acque costiere.
Le regole d’oro per una fotoprotezione sicura
- Esporsi in modo graduale, per permettere alla pelle di attivare le proprie difese naturali.
- Preferire i vestiti alla crema: l’abbigliamento è il metodo più efficace per schermare gli UV.
- Nessuna esposizione diretta tra le 10 e le 17 per bambini sotto i 2 anni e donne in gravidanza.
- Creare ombra attivamente, ad esempio con ombrelloni.
- Proteggere testa e occhi con cappello e occhiali certificati.
- Utilizzare creme solari solo quando necessario e su consiglio medico, scegliendo prodotti privi di sostanze controverse.
Ingredienti da evitare nei solari
- Siliconi (Dimethicone, Cyclopentasiloxane)->Comedogenici e poco biodegradabili
- Parabeni->Sospetti interferenti endocrini
- Petrolati->(Petrolatum, Paraffinum Liquidum) Occlusivi e non ecocompatibili
- Fragranze e coloranti sintetici-> Possibili allergeni e fotosensibilizzanti
- Oxybenzone, Octinoxate-> Tossici per l’ambiente marino e sospetti interferenti ormonali
- Filtri fisici in forma di nanoparticelle-> Possono penetrare nella pelle con effetti sistemici ancora poco studiati
Conclusione
L’obiettivo non è rinunciare al sole, ma imparare a conviverci in modo intelligente, privilegiando le difese naturali e i metodi fisici rispetto all’abuso di prodotti chimici. La protezione migliore nasce da buone abitudini, buon senso e rispetto del proprio corpo.