
Pertosse nei Bambini
La pertosse è una malattia infettiva di origine batterica caratterizzata da un’elevata contagiosità. L’essere umano rappresenta l’unico serbatoio conosciuto del microrganismo responsabile, la Bordetella pertussis. La trasmissione avviene principalmente per via aerea, attraverso le minuscole goccioline di saliva che vengono disperse nell’ambiente quando una persona infetta tossisce o starnutisce.
Cos’è la pertosse?
Questa patologia è causata dal batterio Bordetella pertussis, che si sviluppa e si diffonde solo negli esseri umani. A differenza di altre infezioni, in cui un episodio di malattia determina una protezione duratura nel tempo, nel caso della pertosse non si instaura un’immunità permanente. Ciò significa che la malattia può essere contratta più volte durante la vita. Colpisce persone di tutte le età, ma risulta particolarmente pericolosa nei lattanti e nei bambini molto piccoli, nei quali può causare complicanze gravi o addirittura esiti fatali.
Sintomi e decorso della malattia
Il periodo di incubazione della pertosse dura in media una decina di giorni. L’infezione si sviluppa generalmente attraverso due fasi cliniche principali: la fase catarrale e la fase parossistica (o convulsiva).
La fase catarrale, che ha una durata di circa una o due settimane, è caratterizzata da sintomi aspecifici simili a quelli di un comune raffreddore: una tosse leggera e persistente, una modesta febbre e abbondanti secrezioni nasali. In questo periodo il paziente è altamente contagioso.
Segue la fase parossistica, che può protrarsi anche oltre i due mesi se non trattata adeguatamente. In questa fase la tosse diventa violenta, continua e si presenta in accessi improvvisi accompagnati da difficoltà respiratorie. Nei lattanti possono comparire episodi di apnea, cianosi dovuta alla carenza di ossigeno e vomito conseguente ai colpi di tosse. Le complicanze più frequenti e temute nei bambini molto piccoli comprendono sovrainfezioni batteriche, come otiti, bronchiti e polmoniti, ma anche problemi neurologici quali crisi convulsive o encefaliti. Nei neonati la pertosse può assumere forme particolarmente gravi e, in alcuni casi, avere esito letale.
Modalità di trasmissione
La diffusione della pertosse avviene attraverso l’aria, in particolare tramite le goccioline di saliva emesse dalle vie respiratorie del malato. La fase di maggiore contagiosità coincide con il periodo catarrale, ossia prima che compaiano le tipiche crisi di tosse. Nei pazienti che iniziano una terapia antibiotica specifica, la capacità di trasmettere il batterio si riduce significativamente, limitandosi a circa cinque giorni dall’avvio del trattamento.
Prevenzione e vaccinazione
L’unico strumento realmente efficace per prevenire la pertosse è la vaccinazione. Il ciclo vaccinale di base deve essere completato nei primi anni di vita, secondo le indicazioni dei programmi sanitari nazionali. Successivamente, anche in età adulta, è raccomandato effettuare richiami ogni dieci anni per mantenere una protezione adeguata.
Una particolare attenzione è riservata alle donne in gravidanza. Le autorità sanitarie, tra cui il Ministero della Salute, consigliano la somministrazione del vaccino nel terzo trimestre, preferibilmente intorno alla 28ª settimana di gestazione. Questa pratica consente alla madre di produrre anticorpi che vengono poi trasferiti al feto attraverso la placenta, garantendo al neonato una protezione nei primi mesi di vita, quando il rischio di forme severe o mortali è più elevato.
In sintesi, la pertosse è una malattia che, sebbene conosciuta da tempo, continua a rappresentare una minaccia soprattutto per i più piccoli. La conoscenza dei sintomi, la tempestività nella diagnosi e, soprattutto, l’adesione ai programmi vaccinali costituiscono le principali strategie per ridurne la diffusione e le conseguenze.