PediaExpress Dr. Sandro Paoletti Pediatra

Pediculosi: cosa sapere e come intervenire

pediculosi nei bambini

La pediculosi è un’infestazione causata dai pidocchi, piccoli parassiti bianco-grigiastri che vivono solo sull’uomo e si nutrono di sangue. Misurano da 1 a 3 millimetri e depongono le uova (lendini) attaccandole saldamente ai capelli o ai peli.

È diffusa in tutto il mondo, senza differenze tra Paesi ricchi e poveri. Non è legata a scarsa igiene: il contagio avviene per contatto diretto o tramite scambio di indumenti, cappelli, sciarpe, pettini o cuscini. Lontani dal corpo, i pidocchi sopravvivono solo poche ore.

Tipi di pidocchi

  • Pidocchio del capo (Pediculus capitis) – il più diffuso.
  • Pidocchio del corpo (Pediculus humanus) – raro oggi, in passato legato a malattie epidemiche.
  • Pidocchio del pube (Phthirus pubis) – detto “piattola”, trasmesso soprattutto per contatto sessuale.

Sintomi principali

Il sintomo più comune è il prurito intenso, causato dalla reazione cutanea alla saliva del parassita. Nei casi gravi possono comparire irritazioni, dermatiti o infezioni secondarie. Le lendini sono piccole, chiare e adese alla base del capello; si schiudono in circa 7 giorni.

Diagnosi

Per riconoscere la pediculosi basta un’osservazione attenta, soprattutto dietro le orecchie e sulla nuca. Nel pidocchio del corpo le uova sono sugli indumenti; nel pidocchio del pube, nei peli pubici o in altre zone pilifere.

Prevenzione

  • Evitare lo scambio di pettini, cappelli, sciarpe e indumenti.
  • Controllare regolarmente i capelli dei bambini.
  • Lavare biancheria e indumenti a più di 60°C.
  • Non affidarsi a “prodotti preventivi” non scientificamente validati.

Terapia

Si usano prodotti insetticidi (shampoo, lozioni, spray) a base di piretro o piretroidi. Dopo il trattamento, un pettine a denti fitti aiuta a rimuovere parassiti e uova. Ripetere dopo 7-10 giorni per eliminare eventuali nuove nascite. Non serve disinfestare casa: basta lavare gli indumenti usati.

Conclusione

La pediculosi è comune e non legata a scarsa igiene. Un riconoscimento precoce e un trattamento corretto sono la chiave per fermarne la diffusione, soprattutto tra i bambini.